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Il viaggiatore vede ciò che vede: più in là di Buenos Aires

La mitica 127 fa la sua figura accanto al pic-up moderno parcheggiato davanti ad una adorabile casetta di mattoni a vista!

La dignità di una 127 che ha fatto la sua epoca

 

Il 24 gennaio 2017 alle 8.55, dopo ben 18 ore di viaggio, atterro incredula in Argentina e mi chiedo “Ma sono qui veramente?!”.

Nemmeno ora che sono tornata mi rendo bene conto che sono stata davvero nella mia tanto desiderata Ar-gen-ti-na, sembra un sogno che continua in queste notti milanesi; penso di aver rifiutato il rientro.

A questo punto dovrei raccontarvi di quanto è bella e caratteristica Buenos Aires, la nostra prima tappa, dei suoi quartieri più conosciuti; invece no, vi voglio far fare il mio stesso percorso aprendo una parentesi meno turistica che ha colorato il nostro viaggio e lo ha reso più consapevole e, perchè no, divertente!

Il giorno dopo aver prenotato l’hotel a Buenos Aires, ricevo una telefonata dai nostri amici argentini Lucas e Natalia che ci invitano a stare da loro. Da buoni polentoni lombardi abbiamo tentennato perchè non volevamo disturbare, ma alla fine ci convincono e….ok cancello la prenotazione in hotel! 🙂

 

Turisti fai da te?! No argentini per caso!

Lucas, Natalia, il piccolo Leo, Ivan il Sereno e Gaia la Scorpiona sono una banda incredibilmente spassosa e affettuosa che ha vissuto per anni in Italia e che ho conosciuto qualche anno fa tramite il mio lavoro. Pensate che l’ultimo evento organizzato insieme in Italia è stato proprio il mio matrimonio: una mega grigliata argentina informale senza precedenti! Vi racconterò anche questo appena riesco.

 

La decisione di stare da loro credo che abbia dato “anima e colore” a tutto il viaggio…siamo stati accolti come in famiglia e abbiamo visto e vissuto l’Argentina più da vicino. Lo dico sempre che i viaggi sono le persone, sono vita.

Il semplice viaggio dall’aeroporto a casa è stato di forte impatto e inevitabilmente curioso. Lucas, infatti, abita in una zona tranquilla a circa 20km dalla Capital Federal e ci ha subito proposto un itinerario – per così dire – pittoresco e per nulla turistico: niente “autopista”, si passa per le strade comunali! Ok capo!

E’ difficile descrivere a parole come mi sono sentita e cosa ho visto: ero un vulcano di emozioni, i miei occhi percepivano cose che non riuscivo ad elaborare e contestualizzare. No, non è roba da turisti! Mi guardavo intorno ovattata e registravo tutto ciò che mi circondava. Un viaggio nel tempo in una società fuori dai nostri schemi.

Man mano che ti allontani da Buenos Aires, ti immergi in una realtà provinciale diversa dai palazzi e dalle case della città e rischi anche di attraversare quartieri degradati: case basse ben rifinite si alternano a quartieri non troppo ordinati, strade un po’ dissestate spesso diventano strade impercorribili a più di 20km/h, negozi non troppo moderni che da noi vedi solo in alcune località di mare ancora poco frequentate, auto nuove costose circolano insieme a modelli di auto restaurate che non si vedono da anni in Italia (se non dallo sfasciacarrozze), e non mancano macchine arrugginite a malapena funzionanti, vecchi furgoni con cassoni in legno e carretti pieni di cartone trainati da uomini o cavalli…

…insomma in poche centinaia di metri gli scenari si ribaltano completamente, l’ordine e il disordine convivono senza darsi troppe gomitate!

Poi, in questo caos non solo apparente dove diventa normale fare running in autostrada, il mio sguardo viene rapito da lunghe file di persone sui marciapiedi: stanno lì tutti in fila per uno che attendono il bus o il loro turno in banca. E la domanda nasce spontanea…quali sono le regole qui? Ce ne sono? Mi spiego…perchè un tizio che corre in autostrada (sulla corsia di emergenza eh!), dovrebbe poi aspettare in maniera composta il suo turno in una fila ordinata?

Benvenuta in Argentina Je! Benvenuta nel paese delle meraviglie e dei contrasti evidenti…e sei appena arrivata! 🙂

E’ vita, è Argentina anche questo e per me è stata un’occasione di arricchimento d’animo. In fondo, il viaggiatore vede ciò che vede; il turista vede ciò che è venuto a vedere.

Un negozio di ortofrutta che ricorda vagamente alcuni nostri paesini di vacanza

Un tipico negozietto di ortofrutta in provincia

Siamo in Argentina da pochi minuti e a breve usciremo dall’autostrada per addentrarci nei comuni di periferia…una bella e sana corsetta in autostrada, come se fosse tutto normale!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arrivati a casa di Lucas, siamo stati travolti da una semplicità che per noi qui è quasi diventata anormale; molti dei vincoli psicologici e sociologi (oltre ai vincoli burocratici e legali) che influenzano e limitano la nostra vita, lì non ci sono ancora. Sono tutti semplicemente anormali o diversamente semplici: vivono la vita con più concretezza, è tutto più umano e a misura d’uomo.

Insomma, ci siamo intrufolati nella loro quotidianità per essere più argentini e meno turisti: abbiamo fatto la spesa al Coto (un’ipermercato famoso da quelle parti), siamo andati al centro estivo a prendere il piccolo Leo, ci siamo spostati in macchina in 7 (tutto regolare, niente paura 🙂 ), abbiamo mangiato le prelibatezze argentine preparate da loro in casa e in posti poco turistici, siamo andati in moto senza casco, preso il trenino dei pendolari e la metropolitana, constatato l’efficienza dei carroattrezzi a seguito di un danno all’auto e, per non farci mancare nulla, preso autobus di linea in tarda serata!

La carnazza argentina alla griglia non poteva mancare! Una grigliata così chi se la scorda più…

Beh no, aspettate…vogliamo parlare dell’ultima sera?! Una mega grigliata a casa del papà di Lucas, che ha cucinato circa 9kg di carnazza argentina…non vi dico quanto era buona! Fatevi bastare le foto…non posso fare di meglio!

 

Non avevamo programmi definiti per quei giorni, o meglio, io sapevo cosa avrei voluto visitare ma a quel punto era tutto così “tanto travolgente” che sarebbe andato bene tutto.

Vi chiederete…ma avete fatto un po’ i turisti?!  Si, certo, abbiamo condiviso anche un po’ di vacanza vera e propria con Lucas e Natalia, fantastici compagni d’avventura nonché ottime guide. In particolare siamo stati due giorni a Buenos Aires, uno tra Lujan, San Antonio de Areco e Tomas Jofrè e mezza giornata al Tigre. Il tutto accuratamente organizzato in giorni di poca affluenza e senza i vincoli delle escursioni organizzate…argentina-style, diciamo così!

E ora?! Ci manca tutto: il Coto, la moto senza casco, la carnazza, le empanadas, gli alfajores, il bus di notte, il carroattrezzi…e soprattutto…la simpatica follia di questo paese, l’affetto e il forte senso di accoglienza dei nostri amici a cui diciamo solo: GRAZIE DI TUTTO E A PRESTO!

 

Tour-in-Foto: due argentini per caso

Non è un vero e proprio tour, ma la condivisione di foto rubate a una quotidianità lontana dai circuiti turistici classici.

 

 

 

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